E’ da un po che nello scattare delle foto, oltre a cercare di pre-visualizzare il risultato finale, cerco sempre di tener conto del media su cui essa andrà a “finire”, sia esso il mio blog, la carta stampa o un bel DVD ricordo. Fa parte del gioco giusto?
Se andasse pubblicata sul paginone centrale per l’apertura di un’articolo su un Fotografia Reflex, ad esempio, dovrei lasciare magari lo spazio sulla destra per scrivere l’articolo. (Indiana: Si si sogna!)
Altresì mi sono reso conto dell’importanza delle aspettative che il destinatario delle foto ha. Ovvero mi pongo sempre più spesso la domanda: com’è che si aspetta la foto?
Ovviamente è una domanda che non porrò mai al destinatario delle stesse, il bello della fotografia è capire come se le aspetta l’utilizzatore finale, fossimo anche noi stessi, e convincerlo poi che era proprio cosi che le voleva gh gh gh
Una volta a Parigi un tizio che faceva caricature mi disse: “Io sono bravissimo a fare caricature, è per me di una facilità imbarazzante. Quello che trovo veramente difficile e trovare qualcuno che gli somigli“. (Indiana: Tu scherzi ma sono parecchi che fanno sto ragionamento!)
Per cercare di concentrarmi meglio e scattare “solo quello che serve” uso spesso fare lunghe chiacchierate con il mio amico immaginario Indiana Click che potete ammirare qui sotto mentre eravamo con nostra moglie in Australia.
E’ uno stronzo pieno di se ma molte volte ha ragione (Indiana: Fottiti mammoletta, qui l’artista sono io!).
Insomma alla fine cerco sempre e comunque di valutare le aspettative di chi ho davanti, pur mantenendo la mia linea cerco di andare incontro alle sue aspettative…in fondo se anche due rette parallele all’infinito si incontrano io non posso certo esimermi dal farlo!
A tal proposito o se preferiti sull’argomento ho trovato un’interessantissimo post di scottbourne su PhotoFocus e l’ho tradotto qui di seguito, anche se non mi trovo d’accordo su tutto in special modo, visto che sono un fotografo che fa fotografia per passione e non per guadagno, quando dice che bisogna fare quello che il pubblico si aspetta. Preferisco tenerne conto per poi comunque fare come mi pare ;-)
titolo originale: Attention Photographers – Who’s Your Audience?
Quando decidete di scattare una fotografia, pensate mai al destinatario della stessa?
La stai scattando per te stesso, un cliente, per lasciarla ai posteri, o forse, la stai facendo per far colpo o impressionare i membri del tuo foto club? Per chiunque tu la stia facendo, tieni ben chiaro a mente che LORO sono il tuo PUBBLICO.
Loro (TE stesso incluso) si aspettano, cercano, qualche cosa nelle tue immagini. Il fatto che trovino o meno qual qualcosa dipende dal fatto che tu abbia capito cos’è questo qualcosa o meno.
Ricordate che è il pubblico che decide qualsiasi cosa. ESSI decidono tutto sulla vostra foto. ESSI decidono se la foto gli piace o no. ESSI decidono se la foto e memorabile, se è bella, se esprime movimento ecc ecc.
Ora, probabilmente quello che LORO decidono non è corretto secondo voi ma sono SEMPRE loro che lo decidono.
Penso che una delle regole base dei media in generale venga spesso dimenticata in fotografia. Il pubblico è tutto (ndr: esempio di dove non sono d’accordo, dipende da cosa stiamo facendo. Se è un servizio a pagamento o se è per nostro diletto. Anche se c’è da dire che all’inizio dell’articolo Scott mette noi stessi come “clienti”).
Se non ne capite quello che si aspettano, credenze, sentimenti o desideri, non entrerete con loro in sintonia.
Così la prossima volta che stai per premere il pulsante di scatto, chiediti … “Perché sto facendo questo foto e chi è il destinatario?” Questa semplice domanda potrebbe trasformarvi da semplice esecutore a creatore di immagini in meno di un secondo.
P.S.: A mio parere uno dei più grandi errori che puoi fare è quello di fare foto soltanto per compiacere altri fotografi (ndr: qui invece mi trovo pienamente d’accordo con lui!). Con l’avvento di Internet e dei vari forum di critica, questo è diventato una prassi. Il problema che nasce nel fotografare per altri fotografi è semplice. Essi hanno una visione contorta (ndr: credo intendesse elaborata, complicata) di quello che una fotografia dovrebbe essere. E non sono un buon mercato per vendere le tue immagini, per cui perché preoccuparsi tanto di impressionarli? Just my two cents (ndr: un modo di dire che non traduco).
Voi che cosa ne pensate?