This entry has been published on 27 Luglio 2010 and may be out of date.
Mi perdoneranno gli amici di
Repubblica se uso un loro articolo per riflettere su quanto è accaduto. Ancora una volta ci troviamo di fronte all’arroganza dei potenti i quali invece di dare esempio se ne fregano delle regole perché se ne sentono al di sopra!
E’ cosi difficile capire che se sei un capo di governo o di stato rappresenti qualche cosa di importante oltre i tuoi interessi?
Come si può prentendere che gli altri rispettino le regole se si è i primi a ritenerle stupide o bypassabili?
Andiamo ai fatti:
I flash dannosi per la delicatissima superficie dell’affresco, ma lo scatto “ufficiale” impone la deroga
di LUCA DE VITO
I divieti che accolgono i visitatori del Cenacolo
Un piano americano, con i due presidenti sorridenti davanti e Il Cenacolo di Leonardo da Vinci come sfondo. La fotografia del premier Silvio Berlusconi insieme con il presidente russo Dmitrij Medvedev davanti al capolavoro vinciano, scattata venerdì durante la visita a Santa Maria delle Grazie dopo l’incontro in prefettura, ha fatto il giro del mondo ma ha sollevato anche dubbi e proteste. Perché ai comuni mortali non è consentito fare fotografie al Cenacolo e ai presidenti in visita istituzionale invece sì?
Sebbene il cartello che campeggia davanti all’entrata del museo sia piuttosto eloquente in merito – una macchina fotografica sbarrata con il simbolo del divieto – per i fotografi che venerdì hanno seguito i due presidenti fare gli scattinon è stato certo un problema. “Il presidente russo ha espresso il desiderio di una foto ricordo – si è giustificato il soprintendenteper i Beni Architettonici di Milano Alberto Artioli, presente alla visita – e considerato che io sono la persona in grado di dare l’autorizzazione, ho detto che non c’erano problemi”.
Le foto “vietate” del premier
Lo stesso Artioli ha confermato la presenza del divieto di effettuare gli scatti, sia per motivi di diritto d’autore sia per questioni legate alla conservazione delle opere, fatte salve autorizzazioni straordinarie rilasciate dalla stessa soprintendenza. “Le luci delle macchine da presa o i troppi flash possono causare un’eccitazione termica e rovinare il dipinto, ma in questo caso si trattava di pochi scatti. Come si vede anche dalle foto i flash erano piuttosto lontani, non vedo dove sia la polemica”.
Berlusconi a Milano | Medvedev sull’attenti
Sui banchi del Pd in Consiglio comunale però non la si pensa allo stesso modo: “Si tratta di un episodio increscioso – dichiara Davide Corritore – una foto non avrà rovinato il Cenacolo, ma in tutto il mondo abbiamo trasmesso l’idea che quello che non è consentito ai cittadini normali è consentito ai presidenti. Un qualunque altro sovrintendente avrebbe impedito che quelle foto venissero scattate. Quanto è avvenuto è un danno all’arte e alle istituzioni stesse”.
Lo strappo alla regola – avvenuto nel corso di una visita durata circa quindici minuti – non sembra invece scandalizzare nessuno della maggioranza. “Non è certo una fotografia a rovinare il Cenacolo – getta acqua sul fuoco Michele Mardegan, consigliere del Pdl e presidente della Commissione cultura in Consiglio comunale – mi sembra il minimo di ospitalità che si dovesse dare a fronte della visita del presidente di una nazione importante come la Russia. Impedire di fare quegli scatti, oltre che assurdo, sarebbe stato anche irrispettoso”.
I flash dannosi per la delicatissima superficie dell’affresco, ma lo scatto “ufficiale” impone la derogadi LUCA DE VITOI divieti che accolgono i visitatori del CenacoloUn piano americano, con i due presidenti sorridenti davanti e Il Cenacolo di Leonardo da Vinci come sfondo. La fotografia del premier Silvio Berlusconi insieme con il presidente russo Dmitrij Medvedev davanti al capolavoro vinciano, scattata venerdì durante la visita a Santa Maria delle Grazie dopo l’incontro in prefettura, ha fatto il giro del mondo ma ha sollevato anche dubbi e proteste. Perché ai comuni mortali non è consentito fare fotografie al Cenacolo e ai presidenti in visita istituzionale invece sì?
Sebbene il cartello che campeggia davanti all’entrata del museo sia piuttosto eloquente in merito – una macchina fotografica sbarrata con il simbolo del divieto – per i fotografi che venerdì hanno seguito i due presidenti fare gli scattinon è stato certo un problema. “Il presidente russo ha espresso il desiderio di una foto ricordo – si è giustificato il soprintendenteper i Beni Architettonici di Milano Alberto Artioli, presente alla visita – e considerato che io sono la persona in grado di dare l’autorizzazione, ho detto che non c’erano problemi”.
Le foto “vietate” del premier
Lo stesso Artioli ha confermato la presenza del divieto di effettuare gli scatti, sia per motivi di diritto d’autore sia per questioni legate alla conservazione delle opere, fatte salve autorizzazioni straordinarie rilasciate dalla stessa soprintendenza. “Le luci delle macchine da presa o i troppi flash possono causare un’eccitazione termica e rovinare il dipinto, ma in questo caso si trattava di pochi scatti. Come si vede anche dalle foto i flash erano piuttosto lontani, non vedo dove sia la polemica”.
Berlusconi a Milano | Medvedev sull’attenti
Sui banchi del Pd in Consiglio comunale però non la si pensa allo stesso modo: “Si tratta di un episodio increscioso – dichiara Davide Corritore – una foto non avrà rovinato il Cenacolo, ma in tutto il mondo abbiamo trasmesso l’idea che quello che non è consentito ai cittadini normali è consentito ai presidenti. Un qualunque altro sovrintendente avrebbe impedito che quelle foto venissero scattate. Quanto è avvenuto è un danno all’arte e alle istituzioni stesse”.
Lo strappo alla regola – avvenuto nel corso di una visita durata circa quindici minuti – non sembra invece scandalizzare nessuno della maggioranza. “Non è certo una fotografia a rovinare il Cenacolo – getta acqua sul fuoco Michele Mardegan, consigliere del Pdl e presidente della Commissione cultura in Consiglio comunale – mi sembra il minimo di ospitalità che si dovesse dare a fronte della visita del presidente di una nazione importante come la Russia. Impedire di fare quegli scatti, oltre che assurdo, sarebbe stato anche irrispettoso”.
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4 risposte su “(Quasi) Nessuno può Fotografare il cenacolo, si rovina!”
contento di avere il tuo parere!!
“Il flash dei visitatori – Il flash delle macchine fotografiche preoccupa molti conservatori.
Anche buona parte dei visitatori sono ormai convinti della nocività di tale strumento e si astengono a malincuore dal fotografare. Si tratta però di una concezione errata, innanzitutto perchè molti oggetti, quelli in pietra e metallo per esempio, non ne sono danneggiati affatto. Per gli oggetti organici in genere, quali tessuti, dipinti, carte… il danno è limitatissimo perchè i flash, che emette per un tempo infinitesimale una emissione di luce paragonabile come potenza a quella solare, non contiene infrarossi e poco ultravioletto.
Infatti 60 scatti di flash causano un danno equivalente alla esposizione per un secondo alla luce del sole.”
(cit. da un articolo usato per studiare alcune caratteristiche della conservazione dei beni culturali in un museo. Mi perdoni lo scrittore se non faccio il suo nome; ma non è un dato che è segnato in queste poche pagine fornitemi)
L’articolo si riferisce a caratteristiche luminose che contribuiscono a danneggiare l’opera d’arte, quali raggi infrarossi, ultravioletti; e modi in cui è possibile fornire un’illuminazione adeguata a tali opere senza danneggiarle: luci artificiali con tubi fluorescenti, al tungsteno, e così via, cioè quelle luci che, senza surriscaldarsi, forniscono quell’illuminazione che contribuisce alla conservazione dell’opera senza che provochi danni all’opera. Il discorso è molto più ampio ma non questo il momento per trattarlo!
Fatta questa piccola premessa, è vero che la luce fornita dai flash non ha la stessa pericolosità di quella solare, ma se sommiamo i 60 scatti di flash, equivalenti ad un secondo alla luce solare, e li sommiamo a tutti gli scatti che il Cenacolo ha ricevuto dal primo scatto ad oggi, allora penso che si possa definire la quantità di danno ricevuta in tutti questi anni; senza escludere l’esposizione alla luce inadeguata e la conservazione in luoghi poco opportuni. Tutte queste caratteristiche possono, anzi devono, essere legate insieme per capire il danno che questa grandissima opera d’arte ha subìto fino ad oggi.
Stiamo pensando che l’opera è della fine del ‘400 inizi del ‘500??…e che le tecniche di conservazione dell’epoca non sono così efficienti come lo sono adesso?!
Pensiamo anche che i colori usati all’epoca sono totalmente naturali, e che su di essi si sono creati dei microrganismi che si nutrono di essi??
Riflettiamo anche che il restauro è durato più di 20 anni…e che i restauratori hanno fatto fatica a trovare la tecnica giusta e che non ci vuole niente a rovinare tutto quel lavoro?……..
Fatte queste piccole considerazioni, un pò polemiche(??), passiamo a quello che è in realtà l’articolo: la mia considerazione personale è “……..”, nonchè: sono rimasta senza parole leggendo l’articolo. Escludendo dal discorso il presidente russo Dmitrij Medvedev che ha espresso il desiderio di poter fare una foto con il Capolavoro, e non con Berlusconi (!!!!!!), non capisco con quanta leggerezza si sia potuta fare una cosa simile…forse con la stessa leggerezza con la quale si affrontano i problemi italiani???…
Da condannare tra l’altro anche il caro sovrintendente per i Beni Architettonici di Milano Alberto Artioli che ha dato via libera a questa situazione…Che, come si evince dall’articolo, noi comuni mortali non avremmo potuto fare…La “polemica” alla quale si riferisce lo stesso Artioli, oltre ad essere legata al danno all’arte è legata, a parer mio, anche alla serietà delle istituzioni (come viene detto giustamente da Davide Corritore).
“Non è certo una fotografia a rovinare il Cenacolo”, che poi non si tratta di una fotografia ma almeno di un centinaio, ma è il gesto a rovinare le opinioni, già negative, sulla politica italiana beffata dai politici italiani stessi e da tutto il mondo…
Il discorso da fare qui, più che artistico, è politico…ed è abbastanza ampio. Ma senza dilungarmi troppo, da condannare infatti è proprio “l’arroganza dei poteri” dinanzi a tale situazione. Una piccola situazione che ci fa capire quanto siano superflui i politici molto spesso…