Vi è mai capitato di cercare di capire dal display della vostra amata, parlo della reflex (ma non solo), se la foto che avete appena scattato è correttamente esposta oppure no ma con il sole diretto non si vede una mazza? Oppure di scattare in notturno dove l’eccessiva luminosità del display falsa la lettura dell’immagine? (in questo caso vi consiglio di abbassare la luminosità del display di almeno uno stop).
Molti fotografi, specialmente se alle prime armi, considerano l’istogramma una cosa superflua se non inutile. In effetti non è fondamentale ma può, come nei casi descritti sopra, essere di grande aiuto. Non per nulla è una delle novità portate dal digitale maggiormente apprezzate dai professionisti.
Per di più oggi praticamente tutte le fotocamere, reflex o meno, offrono la possibilità di visualizzare un istogramma (prima e/o durante e/o) dopo lo scatto.
Ma iniziamo subito dando una bella defiizione definizione.
Un istogramma è semplicemente un grafico che mostra in che modo sono distribuiti i pixel scuri e quelli luminosi in una data immagine digitale ed in genere mostra una distribuzione delle tonalità quasi perfetta, che coprono approssimativamente una gamma dinamica di 4 stop, dalle ombre più profonde sulla sinistra fino alle luci più brillanti alla destra. Questo rientra perfettamente nell’ampiezza di circa 5 stop che è quella della gamma dinamica della maggior parte dei processori digitali.
Per fare un parallelo, pensate all’equalizzatore dello stereo di casa. Stessa cosa, quello però mostra la distribuzione delle tonalità e non dei pixel, a destra i bassi e a sinistra gli alti, tenetelo a mente. Ah, l’equalizzatore a destra ha i bassi e a sinistra gli alti, tutto il contrario dell’istogramma ;-)
Tenete anche presente che la misurazione della luce (in termini esposimetrici) vi indicherà, lo so che lo sapete ma meglio ricordarlo, quale sia la giusta impostazione di sensibilità tempi e diaframmi per ottenere la corretta esposizione di (ad esempio) un cartoncino grigio al 18%, tirando fuori una immagine con un “mezzo tono” perfetto.
La misurazione può essere stata eseguita perché la macchina fotografica esamina una determinata quantità di zone della scena da fotografare e ne fa una media, oppure perché il fotografo misura le luci, le ombre e qualche altra zona della scena autonumamente e decide che quella particolare impostazione può essere un buon compromesso per realizzare quel determinato scatto. Non vogliamo trattare l’argomento perché complesso e richiede una preparazione dell’argomento che per ora non ho tempo di affrontare ^_^
Tenete SEMPRE conto che non esiste la “giusta” esposizione ma soltanto quella giusta per voi. C’è sempre un compromesso con qui dovrete fare i conti.
Un istogramma spostato a sinistra indica un’immagine in cui la maggior parte dei pixel sono ammassati verso il limite sinistro del grafico, indicando una sottoesposizione. L’immagine è troppo scura.
A destra abbiamo la situazione opposta, i pixel chiari sono in maggioranza ammassati contro il limite destro, indice di sovraesposizione.
L’immagine è troppo chiara.
L’istogramma al centro descrive un’immagine correttamente esposta, in cui vediamo pochi pixel molto scuri, la maggior parte nella zona intermedia, e pochi pixel molto chiari. Questa è la distribuzione ideale che si riscontra nella maggior parte delle fotografie dove tutti gli elementi sono ben illuminati.
Naturalmente, come tutte le regole, anche questa ha le sue brave eccezioni. Se noi riprendiamo una scena notturna o un tramonto, avremo un istogramma abbastanza simile al nostro esempio di sinistra, pur avendo correttamente impostato i valori di apertura e velocità di scatto. Infatti un tramonto è di per sè una scena con prevalenza di toni scuri.
L’immagine di Jessica, qui sopra, anche se ha un istogramma sbilanciato a sinistra non può dirsi sbagliata essendo la sua esposizione frutto di una mia scelta consapevole con la quale volevo ottenere un effetto high key.