Perché le corte focali sono deformanti nelle riprese ravvicinate? – La figura spiega il principio della deformazione a distanze ravvicinate. Le scale delle distanze sono ampliate per meglio capirne il meccanismo.
- Focale da 35 mm. L’apparecchio è posto molto vicino al soggetto. Le parti che risaltano, quali il naso, saranno «viste più grandi » dall’obiettivo di quelle poste più indietro, per via del rapporto di ravvicinamento molto sfavorevole di 1 (ab = bc).
D’altra parte, la sproporzione tra il naso ed il resto del viso sarà tanto più grande in quanto la zona delimitata da A, B, C, D non sarà « vista » dall’obiettivo. - Lunghe focali da 90 e 135 mm. L’apparecchio è posto ad una distanza tale che bg = 5 x ab. La sporgenza del naso assumerà ora un’importanza relativamente minore. La superficie del viso è « vista » quasi interamente, essendo molto ridotta la zona delimitata da A, B, C, D. Le deformazioni sono ridotte alla loro più semplice espressione.
DEFORMAZIONE DEI VOLTI CON LE CORTE FOCALI
1. – A distanza ravvicinata dal soggetto, eo una corta focale, per ottenere una grande ter. sta sul vetro smerigliato, si dà una eccessiva importanza alle parti del viso che risaltano, quali il naso. Quelle poste nella zona ABCD non saranno «viste » dall’obiettivo.
2. – Allontanandoci dal soggetto, con una lunga focale, sul vetro smerigliato si ottiene comunque una grande testa. Il rapporto 1/5, ovvero bg=5 x ab, è senz’altro più favorevole del precedente 1/1, ovvero bc=ab, in quanto proporzionalmente, esso consente di restituire l’immagine delle parti che risaltano in dimensioni accettabili.
Tratto da “Il libro completo dei piccoli formati” scritto da André Thévenet ed N. Bau finito di stampare nel 1965, edito da Mursia.